“E io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre… voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascio orfani: verrò da voi.” (Giovanni 14,15-20).
Sarò che ogni tanto lo Spirito si esprime in forme strane, non vorrei esagerare, ma dopo le parole di addio di un famoso Francesco Totti, mi hanno colpito molto le parole di “arrivederci” di Gesù ai suoi amici e anche a noi! Se è vero che la fedeltà nelle piccole cose sta diventando una virtù di pochi, l’unico veramente fedele è Dio, che nel Figlio Gesù ci dice che non ci lascia orfani (Giovanni 14,18) e ci dona il suo Spirito. Rimanere vuol dire fedeltà. Questo dono che è lo Spirito rende possibile la comunione nella Trinità (che infatti celebreremo fra poco), la comunione fra Gesù e noi, la comunione fra gli uomini nella comunità cristiana e nel mondo. “io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi” (Giovanni 14,20). Dicevo che è difficile vedere la fedeltà, in fondo Gesù avverte i suoi in modo simile “ancora un poco e il mondo non mi vedrà più”: seguendo la logica del mondo è difficile vedere l’amore, la fedeltà, lo Spirito, “lo Spirito di verità il mondo non lo può ricevere perché non lo vede e non lo conosce” (Giovanni 14,17). Chi non crede in Gesù fa molta più fatica a riconoscere la verità delle cose, di sé, dell’amore…ma non è impossibile! Dobbiamo lasciarci stupire, come ha fatto la folla che non crede ai propri occhi, o meglio alle proprie orecchie, perché il primo dono ricevuto è saper parlare a tutti ovvero tutti s sentirono compresi. Le nostre vite sono piene di segni di amore, generosità, gratuità. Pienezza. Tipica dello Spirito: “riempì tutta la casa” (Atti 2,2) e “tutti furono colmati di Spirito santo” (Atti 2,4). Pienezza è anche eternità e totalità: “egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi PER SEMPRE” (Giovanni 14,16). Pienezza è vita: “voi invece mi vedrete perché io VIVO e voi VIVRETE” (Giovanni 14,19). Pienezza è ricchezza della diversità, come ci ricorda Paolo nella 1ª lettera ai Corinti (12, 1-11): “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune” (1Corinti 12,7), eh già, non per se stessi, non perché ciascuno possa dire di essere bravo o speciale, ma per il bene di tutti. Cioè da soli non possiamo fare nulla di buono, solo tutti insieme formiano il bene! Solo insieme possiamo rendere evidente l’amore che ci unisce, l’Amore ricevuto dal Padre! Ecco la nostra grandezza: aver ricevuto un Dono grande, lo stesso Spirito di Dio, che ci rende un’unica famiglia, la Sua, ciascuno con il suo compito e la sua responsabilità diversa, proprio come in una famiglia!
Occorre lasciarsi stupire dallo Spirito, ricercare la varietà di doni presenti negli altri che incontriamo ogni giorno, con alcuni dei quali condividiamo la fede nel Signore Gesù perché abbiamo ricevuto il medesimo unico Spirito. Lasciamoci convocare insieme (ekklesia=chiesa) per il bene comune, domandiamoci quale dono abbiamo ricevuto perché sia condiviso, lasciamoci provocare dalla realtà in cui viviamo, perché il mondo offre tante occasioni e quello stesso mondo attende dai cristiani una presenza significativa, nuova, creativa. Sulle parole di Papa Francesco, la Chiesa sia testimone gioiosa in uscita, verso tutte le periferie esistenziali che attendono il Lieto Annuncio di Cristo Risorto e Vivo!