“In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria?” (Matteo 13,54-58).
Da dove gli vengono allora tutte queste cose? É l’interrogativo dei concittadini di Gesù. Non riescono a capacitarci dell’insegnamento di Gesù. In fondo é il figlio di un falegname. Si sa chi é il padre, la madre e i fratelli, come può insegnare e fare prodigi?
Quando non riusciamo a cogliere l’essenza delle cose e, da credenti, ci bastano i riti, le liturgie, magari quelle che ci prendono per la loro vistosità, allora anche noi capita di elucubrare su un messaggio inedito e domandarci: ma chi é che lo propone?
Non siamo pronti a cambiare la nostra vita per orientarla verso il Buon D-o. Eppure il Signore non ci chiede cose eccezionali. Ci rivolge la Parola per orientare la nostra vita al bene. É nel segno dell’amerai, quello dello Shema Israel, che siamo chiamati a indirizzare la nostra vita, a ricercare la presenza di D-o nella nostra vita, a raccogliere con forza e rispetto il messaggio dei testimoni e dei profeti del nostro tempo.
Cerchiamo di non ridurre la fede ai soliti sofismi, ma a ricercare il centro della nostra vita, a cogliere la profondità della Parola, a vivere per il bene nostro, degli altri e della creazione.