05/01/2019 – Sabato prima dell’Epifania

Giovanni 1, 29a. 30-34

“Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele.”

Alla soglia dell’Epifania del Signore, il Vangelo presenta Giovanni che parla di un altro importante momento di manifestazione per Gesù: il suo battesimo, che vede tra protagonisti proprio Giovanni.

Qui Giovanni parla di Gesù come di qualcuno che è avanti a lui, che l’ha preceduto (eppure temporalmente sarebbe Giovanni il precursore di Gesù), qualcuno che però lui non conosceva. Mi colpisce questo particolare, cioè il fatto che Giovanni non conoscesse Gesù all’inizio della sua missione, se non attraverso un annuncio.
Giovanni ha dunque concretizzato l’invito a battezzare con acqua, in attesa della manifestazione di qualcuno di cui sapeva poco o nulla. Quanta fiducia in quest’uomo che ha dato alla sua attesa il senso dell’umiltà, dell’annuncio della venuta di Gesù, “Agnello di Dio”, alla cui ombra ha sempre cercato di restare per annunciarlo degnamente: “Lui deve crescere, io diminuire”.

La figura di Giovanni incarna per me un atteggiamento di testimonianza che si snoda, sì, attraverso uno dei momenti più significativi circa la manifestazione di Gesù agli uomini (il battesimo al Giordano), ma che si radica in una fiducia che precede la conoscenza diretta e ha i caratteri dell’umiltà, della semplicità e dell’accettazione consapevole della propria missione di “preparazione della strada”.
Credo non sia un caso che nei giorni della sua nascita Gesù si manifesti, tra i primi, ai pastori e ai Magi, anch’esse figure emblematiche quanto ad attesa, fiducia, umiltà, ricerca.

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