05/09/2021 – 13ª Domenica del Tempo Ordinario

“Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.” (Marco 7,31-37).

“Effatà”, “Apriti”: questa semplice parola, questo verbo, riempie di significato tutto l’Evangelo di questa domenica.

Essere sordomuto impedisce alla persona di vivere una relazione piena con le persone e con il Signore. Non ascoltare, non poter comunicare è una esperienza che ci toglie la possibilità di costruire un minimo di relazione con l’altro, con il Totalmente Altro.

Gesù pone rimedio alla situazione di una persona sordomuta che ha bisogno di non vivere più nel silenzio. E fa questo con un sospiro rivolto verso il cielo, come nel soffio dell’Altissimo nella Creazione, nel dare Vita.

Abbiamo bisogno anche noi oggi, sempre di più, di vivere questo passaggio dal silenzio al dialogo, dall’oscurità alla luce, per poterci abbeverare, ogni giorno, del tocco soave della Parola, della gioia di vivere relazioni piene con D-o e i fratelli e le sorelle.

Vivere la dimensione di aprire, oggi vuol dire superare le paure, trovare motivi per un rilancio, sostenere il servizio dedicato ai poveri (Giacomo 2,1-5), risorgere dal nostro smarrimento del cuore (Isaia 35,4-7a).

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