07/01/2019 – S. Raimondo di Penafort

Luca 12, 34-44

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi».

Che anche il Vangelo ci metta fretta ??? Ma l’ansia e la preoccupazione non fanno parte del Vangelo! Il rimanere vigili e la sollecitudine invece sì! “L’essere pronti” è lo stato di chi ha il cuore veramente libero. Chi è pronto, ha “le vesti strette ai fianchi” come chi sta per partire, come colui che sa di non abitare in un posto definitivamente perché è in cammino verso un’altra meta e tiene “le lampade accese” nel buio della vita, per vedere con chiarezza dove sta andando.

Il cristiano sa che c’è un OLTRE e pone la sua dimora in Dio, l’Oltre per eccellenza, tenendo però i piedi e il cuore ben piantati per terra. Ho sempre ammirato e invidiato gli asceti, i monaci e le suore di clausura che sono liberi dai vincoli di cose e persone, coscienti di non vivere su questa terra come in una dimora definitiva e perciò lieti nelle tribolazioni e persino davanti alla morte!

Vorrei essere il servo fidato e prudente del Vangelo; “fidato” richiama la fede, la fiducia in Dio, la Roccia, il Liberatore, mentre “prudente” richiama la virtù di chi ha la saggezza che viene dallo Spirito, che sa quando è il momento di parlare e quando invece di tacere, di agire o di fermarsi, avendo sempre come obiettivo il Bene verso se stesso e i fratelli.

Dunque vigilare, tenendo ben presente chi è il tesoro che ci fa il cuore libero, leggero e sempre lieto, perché sa gustare ogni istante, ma sa essere pronto a lasciare il finito per l’infinito!

Dal salmo 90: “Insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio…

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