07/09/2017 – 22ª Settimana del Tempo Ordinario

“Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.” (Luca 5,1-11).
L’Evangelo di Luca é del tutto originale e più dettagliato degli altri evangeli sinottici nel raccontare la chiamata dei primi discepoli alla missione di Gesù.
Gesù si presenta ad insegnare alle folle sulle rive del lago di Tiberiade e arriva così tanta folla che deve salire su una barca. Le folle sono attratte da Gesù. Pietro, Giacomo e Giovanni sembra quasi che vengano coinvolti per necessità pratica.
Ad un certo punto Gesù chiama Pietro a prendere il largo. Questo dettaglio dice la cifra di senso della chiamata dei primi discepoli. La missione di Gesù é per prendere il largo, per allargare l’orizzonte e soprattutto per rivolgersi a tanta gente. La pesca miracolosa può indurci a pensare che Gesù volesse dimostrare ai suoi futuri compagni di viaggio che la storia dell’annuncio non é quella di sempre: é una realtà più larga senza confini, abbondante. E così sarà!
Ma l’aspetto altrettanto importante da considerare é la risposta umile di Pietro. L’umiltà che Luca traccia nell’Evangelo ci dice che Pietro comprende da subito la posta in gioco e non si sente degno. Ma altrettanto interessante è che l’umiltà di Pietro é il principio della sequela: diventare pescatore di umanità, di uomini. É in qualche modo disposto ad amare D-o in un altro modo.
Dobbiamo meditare questa parte finale dell’Evangelo di Luca perché riguarda ognuno di noi.

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