08/02/2018 – Santa Giuseppina Bakhita

“Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.” (Marco 7,24-30).
Il racconto dell’Evangelo di Marco della liturgia odierna é ricco di particolari. Potremmo dire che ricompone e, per certi versi anticipa, un annuncio evangelico che ci supera. Perfino Gesù é superato da un inattesa fede.
Proviamo ad immaginare la scena di questo passo evangelico. Gesù va verso il Libano, nella regione di Tiro. Probabilmente é affaticato. Viene accolto in una casa e vuole stare tranquillo.
Ma così non avviene una donna straniera, di lingua greca e siro fenicia, viene a saperlo e chiede umilmente che sua figlia, colpita da uno spirito impuro, sia guarita.
Gesù non ne vuole proprio sapere. Dà alcune precedenze. Prima ci sono quelli che credono nel D-o d’Israele e poi ci sono gli altri.
Qui viene il bello. Gesù fa una battuta: “Lascia prima che si sazino i figli”, quasi a dire non mi scocciare, non puoi pretendere, tu che appartieni ad un’altra realtà, che io risani con un colpo di bacchetta magica tua figlia. Bisogna avere fede!
Ma questa donna straniera spiazza completamente Gesù e quasi diventa lei maestra nei confronti di Gesù. Ha una fede che va oltre gli schemi, questa donna straniera.
Anche le briciole possono salvare una persona. Anche in un attimo si può innescare il fuoco dello Spirito e della fede. Anche un frammento ricompone una vita.
Gesù, forse é l’unica volta nell’Evangelo, che guarisce perché é egli stesso guarito. C’è una fede più grande che é l’amore che travalica l’inatteso e sorprende la nostra vita. Nonostante tutto il Buon D-o si lascia modellare da una fedeltà che non conosce. Leggiamo e meditiamo il passo del 1º Libro dei Re 11,4-13 dove il Signore si commuove e perdona perfino le infedeltà di Salomone perché accoglie la fedeltà del padre, il grande Re Davide. Anche qui l’inatteso dell’amore supera tutti gli schemi.
Non dimentichiamo oggi di ricordare l’inatteso di Santa Giuseppina Bakhita, una schiava diventata Santa. Preghiamo per tutte le donne ferite di questo nostro mondo colpite dalla tratta.

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