08/05/2019 – San Vittore martire

Giovanni 6,1-15

«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta
gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Gesù va da Filippo “per metterlo alla prova” e gli chiede un consiglio, delle indicazioni per dare da mangiare alla folla che li segue. Come si fa a dare da mangiare a così tanta gente? Anche spendendo una fortuna, a mala pena si darebbe un pezzetto a ciascuno.
Andrea, forse ha intuito le intenzioni di Gesù, indica invece un ragazzo che ha qualcosa, ma comunque poco per tutta la folla. Sufficiente, però, se viene benedetto, spezzato e condiviso.

Agli occhi del mondo, nella logica dell’efficienza e del calcolo, quello che abbiamo o che facciamo sembra sempre che non basti a “sfamare” l’umanità che abbiamo di fronte e a “saziare” i loro bisogni.

Questo poco, riposto nelle mani di Gesù, da lui benedetto e condiviso, diventa invece la
condizione per moltiplicare il poco bene e dare il necessario a ciascuno. Come sia possibile noi non lo sappiamo, ma dando tutto quello che abbiamo al Signore vediamo che diventa realtà. E quel poco diventa addirittura fin troppo abbondante, tanto che anche altri possono averne beneficio.

Quali sono le mie risposte a chi mi chiede cosa si può fare davanti a una situazione di grande difficoltà?
Sono capace di affidare al Signore il poco che ho e credere che lo può trasformare in abbondanza per molti?

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