11/10/2022 – S. Alessandro Sauli – S. Giovanni XXIII

Luca 21, 10-19

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

 

Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.

 

Avrete allora occasione di dare testimonianza.

 

 

Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome.

 

Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.

 

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Questo brano di Vangelo appare ad una prima lettura sconfortante e per certi versi terribilmente attuale: “Si solleverà nazione contro nazione … vi saranno terremoti, carestie …” L’evangelista Luca, però, pone in rilievo una frase, che non troviamo negli altri Vangeli: “Ma prima di tutto ….”.

Questa affermazione mette in luce due aspetti importanti.

Primo: la difficoltà dell’essere testimoni credibili, che accettano non solo la persecuzione, ma anche di essere semi di speranza in un mondo che sembra averla persa.

Secondo: tutto ciò che potremmo essere chiamati ad affrontare, Gesù l’ha vissuto per primo e in prima persona.
Questa è la grande consolazione di questo brano: Gesù ha vissuto con la nostra stessa intensità delusioni, tradimenti, ingiustizie e si fa quotidianamente accanto a noi per donarci “parola e sapienza”.

Come accogliere, dunque, questo messaggio di oggi?
Dando testimonianza e con perseveranza! La testimonianza di un amore che non calcola, non divide, non attende di essere ricambiato, non si preoccupa di essere tradito, perché ha radici profonde e perché è certo di potersi fidare che “nemmeno un capello del nostro capo andrà perduto”.

“Solo dall’accoglienza di questo amore può nascere, infatti, la disponibilità, l’impegno, il desiderio dell’incontro con i fratelli” (Benedetto XVI)

Dal Salmo 30
Hai mutato il mio lamento in danza,
mi hai tolto l’abito di sacco,
mi hai rivestito di gioia,
perché ti canti il mio cuore,
senza tacere;

Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

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