“Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.” (Matteo 19,27-29).
É legittima la domanda di Pietro: tutto questo nostro peregrinare dove ci porta? Qual é il nostro destino?
É la domanda di chi é alla fine di un lungo e intenso cammino dove alcune cose si sono capite, ma la prospettiva annunciata da Gesù di morire e poi risorgere non convince nessuno. É dirompente e per certi versi é esattamente l’opposto di quello che ci si aspettava. I discepoli di Gesù sono delusi.
Gesù promette una cosa semplicissima ai suoi: l’eredità della vita eterna che immensamente più grande di qualsiasi ricchezza o vittoria umana.
Bisogna fare un atto di fede. É solo una fede riconciliata che può darci la forza di scoprire una vita così larga, che ci porta nell’orizzonte del volto di D-o.
In fondo che cos’è la fede, la fiducia in D-o, se non essere rigenerati in una vita altra?
Il passo del libro dei Proverbi (2,1-9) della prima lettura, ci viene ci aiuto. Affidiamoci a Lui, all’Eterno.