«Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.”» (Luca 17,7-10)
Il servizio, tema caro all’evangelista Luca, rappresenta il modo in cui i poveri nel tempo di Gesù, gli anawim, aspettavano il Messia: non come un re e messia glorioso, sommo sacerdote o giudice, bensì come il Servo di Yavè, annunciato da Isaia (Isaia 42,1-9). In questo testo, il servo serve il signore, e non il signore il servo, perché Gesù sta parlando al presente, a differenza del cap 12 (Luca 12,37) quando Gesù si riferisce al Regno. Quanti in questa vita presente servono Dio, sappiano con certezza che nella vita futura saranno serviti da Dio per tutta l’eternità.
Ma Gesù ci indica un passaggio ulteriore. Quando fai quello che ti viene chiesto, quando ti metti a disposizione, quando compi gesti piccoli ma quotidiani di amore, quando ti dai da fare per il bene comune … ecco, in tutte queste situazioni non aspettarti applausi, ammirazione, ringraziamenti: ti sei comportato da discepolo e questo basta!
Ci aiuti la Parola di oggi a essere operatori in questo mondo nella gratuità.
Home Commento evangelo ambrosiano 13/09/2017 – S. GIovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa