15/11/2022 – S. Alberto Magno

Mt 7, 21-29

 

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

 

 

In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.

 

 

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.

 

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

 

 

Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

 

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Signore, Signore… Non bastano le parole, dobbiamo passare ai fatti e che fatti!!

Questo ci dice oggi la Parola, senza troppi giri di… parole!

 

Nel nostro agire, nel nostro dire, quante volte siamo stati semplicemente e veramente il tramite del Padre?
Quante altre volte siamo invece stati “traduttori” della Parola e l’abbiamo “modificata” a nostro piacere?

Lo Spirito Santo ci dona la fantasia di agire e di certo ci mettiamo tutte le nostre buone intenzioni, ma dove prendiamo la forza, la costanza e l’esempio per far sì che le nostre azioni siano ispirate dalla Parola giusta?
Attingiamo solo da noi e dal nostro sentire del momento o ci avviciniamo con sincerità al Vangelo per trasformarci in veri testimoni?

 

Pensando alla costruzione sulla sabbia: mi vengono in mente i castelli fatti da piccola con il mio papà: costruire sulla sabbia è facile, veloce, si modella come vogliamo noi, si può cambiare facilmente il progetto in corso, in poco tempo otteniamo ciò che vogliamo….ma alla sera tutto se ne va con le onde del mare.

Pensando alle costruzioni sulla roccia mi vengono subito in mente gli scultori e le grandi opere della storia (sarà perchè ascoltavo mia figlia ripetere arte): è faticoso, non sempre il pezzo si modella come lo vogliamo noi, a volte ci dobbiamo adattare al blocco che abbiamo davanti, l’opera finale appare piano piano….ma le meraviglie che si ottengono rimangono nei secoli.
 
Dobbiamo scegliere su cosa costruire la nostra vita: sabbia o roccia? Cerchiamo cose facili, veloci, che cambiano come vogliamo o ci dedichiamo a cose più faticose, più lunghe ma che alla fine ci appagano della fatica fatta, della pazienza avuta e che ci rendono più belli e in grado di amare nel modo giusto?
 
Signore, a volte mi sento sabbia, mi entusiasmo per le cose che faccio, mi lascio anche plasmare da Te (o forse mi illudo e sono solo io), agisco sul momento pensando sia la cosa giusta…non sempre il risultato è buono.
Altre volte, Signore, mi sento come roccia, dura, testarda, orgogliosa e Ti immagino che cerchi di scalpellarmi e sorridi della mia opposizione al tuo lavoro…ma guarda caso, quando mi affido a Te il risultato è bello e duraturo.
Aiutami, Signore a stare con Te, a conoscerti, a fare la Tua volontà anche e soprattutto quando faccio fatica!
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