18/09/2023 – Lunedì della 24ª Settimana del Tempo Ordinario

“… ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito.” (Luca 7,1-10).

#fede

Ci colpisce, del passo evangelico di oggi, che per due volte il centurione manda dei messaggeri a chiedere a Gesù la guarigione del suo servo, gravemente malato.

Ci colpisce perché prima manda i suoi servi e poi i suoi amici, quasi a testimoniare il suo rispetto verso Gesù. E addirittura non chiede nemmeno a Gesù di venire a casa sua per guarire il servo. Si fida, si affida totalmente, perché riconosce in Gesù la sua attenzione alle persone che sono nel bisogno, ammalate, povere, senza speranza.

Ci chiediamo spesso che cosa vuol dire avere fede. Ebbene, oggi ne abbiamo una prova: la fede del centurione, un romano, uno straniero, un non ebreo,  che però ama la gente di Cafàrnao dove è chiamato ad esercitare la sua funzione di ufficiale di comando.

Non si tratta di dire: “chapeau!”. Si tratta di dimostrare concretamente, con gesti gratuiti, l’amore per chi è nella sofferenza.

Immagine: Gesù è il Centurione – Olio su tela di Paolo Veronese – 1571 Museo del Prado Madrid

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