19/01/2019 – S. Fabiano e S. Bassiano

Luca 16, 16-17

“La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il Regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi.”

Del breve brano di Vangelo che la liturgia oggi propone mi salta all’occhio questo passo denso di significato perché mi provoca sull’identità del Regno di Dio.
Stando al testo, posso intuire che il Regno di Dio anzitutto è annuncio; si fa riferimento a Giovanni, profeta simbolo della testimonianza umile ma tenace ed entusiasta.

Giovanni annuncia l’avvento di una Buona Notizia! Aria di novità dunque… qualcosa (o per meglio dire Qualcuno) che fa nuove tutte le cose, suscitando sentimenti di attesa gioiosa, di stupore, di attenzione alla bellezza.. così è per me il Regno di Dio.

Assieme a Giovanni vengono citati la Legge e i Profeti. Certo, il passato in cui “imperava” la Legge è a volte sinonimo di osservanza cieca a dei precetti che rischia di diventare ipocrisia. Qui però, forse, il riferimento alla Legge richiama un’altra qualità del Regno di Dio: la giustizia.
L’avvento della Buona Notizia è “superamento” della Legge, ma non certo nel senso di un rigetto quanto invece nel senso di una comprensione.. il Regno di Dio comprende la Legge, cioè la “capisce meglio” e la interpreta da un punto di vista più misericordioso; e la comprende cioè la include (non la disconosce) le dà nuovo valore.
Proprio la giustizia è per me uno dei caratteri che ha nuovo risalto nel Regno di Dio.

Infine, mi colpisce lo sforzo di ognuno. ..
Se la Buona Notizia è la venuta di Gesù e dunque del Suo Regno che è Novità e Giustizia ma anche Amore, Misericordia, Speranza.. suona un po’ strano che ci si debba sforzare per accogliere tutto questo!
Penso infatti che “ognuno si sforza” non significhi “ognuno si impegna al suo massimo per tenere una condotta tale da assicurargli l’entrata nel Regno”; credo si parli anzitutto di un dono, come dono è stata la nascita di Gesù, uomo tra gli uomini.

Per questo il paradosso: è così difficile accogliere un dono?
Sembra in fondo di sì.. Lo si legge nei Vangeli: storie di uomini chiamati da Gesù a seguirlo ma che hanno rinunciato, popoli che hanno vissuto il Suo avvento ma non lo hanno riconosciuto.

E poi lo si vive anche nella vita.. non mi sembra scontata l’accoglienza di Qualcuno che vuole stare in relazione con me e quindi esige (cioè merita, non pretende) lo sforzo di esserci.
Mi sembra esemplare la professione di Fede di Maria: “Eccomi!”

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