Luca 8, 26-33
Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. (…) I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise. I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò.
Infatti, si può anche leggere il ruolo di Gesù come quello di colui che può liberare dal male ogni uomo in qualunque forma il male sia presente nel mondo.
Forse il demonio e quindi il male sono davvero presenti nella nostra vita di ogni giorno, sotto tante forme diverse, e sta a noi saperli riconoscere e “combattere”.
Commento all’immagine (cfr. http://www.sanfrancescopatronoditalia.it)
«Da sempre si è pensato che il fuoco raffigurato nell’opera di Giotto fosse una semplice catasta di legna in fiamme. Invece, a seguito di una serie di rilievi dettagliati con l’utilizzo del computer, si è rivelato essere in realtà un serpente-drago che bruciando si dimena alimentando il fuoco. E’ molto probabile che Giotto abbia voluto indicare proprio la capacità del demonio nel mettersi tra le parti e impedire il dialogo.
Il demonio, come ha detto Papa Bergoglio, ci avvelena con l’odio, la tristezza e l’invidia. E così, mentre riduciamo le difese, lui ne approfitta per distruggere la nostra vita. Francesco d’Assisi utilizza una parola che ha rivoluzionato l’antropologia e ha creato le fasi di un nuovo umanesimo: la parola fratello. Per lottare contro le insidie e le tentazioni non ci rimane che la relazione che punta al riconoscimento dell’altro. Noi siamo le decisioni che prendiamo. Decidiamo di essere nostro fratello».