19/08/2018 – 13ª Domenica dopo Pentecoste

“Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma dì una parola e il mio servo sarà guarito. … All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!».” (Luca 7, 1b-10)

Il centurione di questo brano è descritto come un uomo buono: sa essere vicino alla gente, ha collaborato al finanziamento della sinagoga, prende a cuore le sorti di un suo servo.
E Gesù si stupisce di quello che di lui si racconta!
Il centurione mette in gioco parole di umiltà e di fiducia suscitando in Gesù meraviglia: è bello toccare con mano le parole che il Signore pronuncia per lui.
Riflettendo su di me, com’è bello pensare che egli possa commuoversi davanti ai miei gesti pieni di ricerca e di abbandono!
E com’è importante intravvedere che questi gesti di fede non provengono necessariamente da un credente, da un devoto, ma anche da un centurione, forse un po’ ai margini della religiosità.
Il percorso di quest’uomo può essere il mio: mosso da estrema necessità, avendo ascoltato da altri il potere di guarigione di Gesù, cosciente della propria impossibilità di accedere a lui, in tutta la sua trasparenza ricorre alla mediazione di altre persone: nel riconoscere il senso di miseria/impotenza che si intreccia con la misericordia, nasce la fede. Una fede concreta in un volto e in una Parola.

– Quanto sono aperto/a a scoprire in coloro che hanno fatto altre scelte di vita rispetto alla mia, i valori che la persona possiede e lasciarmi sorprendere da essa?
– Quale tipo di fede pongo nella Parola?

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