20/01/2017

“In quel tempo, Gesù salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.” (Marco 3,13-19).
Per compiere la missione stabilita dal Padre, Gesù chiama e sceglie alcuni discepoli, chiamati appunto apostoli, per mandarli a predicare e scacciare i demoni.
Questa chiamata avviene sul monte. É questo l’aspetto singolare della chiamata di Gesù. Perché sopra il monte? Gesù si ritira spesso sopra il monte a pregare. Il monte é il luogo della pace e della contemplazione. Il monte é il luogo che ci proietta nei cieli e quindi nella dimensione che ci eleva.
In un luogo alto si domina guardando in basso, si colgono le dinamiche della vita.
Ebbene Gesù sceglie i suoi collaboratori per svolgere l’attività di predicazione e per scacciare i demoni, le malattie e tutto ciò che limita la vita umana, sul monte.
L’Evangelo ci ricorda i loro nomi. Sono in dodici a ricordare le dodici tribù d’Israele. Non sono di persone più dotate degli altri, con maggiori talenti. Sono uomini che vivono la vita quotidiana, come tutti. Questo ci dice che essere discepoli e apostoli di Gesù non é prerogativa di predestinati, ma di tutti.
Possiamo chiederci oggi se ci sentiamo chiamati dal Signore? Che misura diamo alla nostra fede in Gesù? Riusciamo a fare un cammino con il Signore?

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