20/08/2017 – 11ª Domenica dopo Pentecoste

“Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi.. vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe .. per dare testimonianza a loro a ai pagani. Ma quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.” (Matteo 10,16-20).
Gesù istruisce i suoi discepoli, li prepara a ciò che accadrà loro, quando agiranno nel Suo nome: a loro spetterà la stessa sorte di martirio, cioè testimonianza. Il confronto con la logica del mondo non è facile a volte. Occorre dare risposta; il tribunale è il luogo del giudizio umano, della testimonianza. Dovremmo essere in grado di dare risposte, sulla nostra fede. Il Signore Gesù tranquillizza i discepoli sulla forza che riceveranno dallo Spirito. Occorre che anche noi lo invochiamo perché ci riempia dei suoi doni di intelletto per comprendere le situazioni, fortezza nelle tribolazioni, senso della presenza di Dio nella nostra vita… lo Spirito è forza, sapienza, intelligenza…! ed è il compagno della missione degli apostoli e amico sempre presente per noi, che ci mette in comunione con Gesù!
Cosa ci dice oggi il Vangelo? In alcune occasioni della vita quotidiana ci viene chiesto conto di alcune nostre scelte, è in gioco la fede, sono momenti di testimonianza, prova, confronto non facile, certo oggi in Italia persecuzioni non ce ne sono, altrove non lontano da noi, troppe purtroppo… Affidiamoci allo Spirito, preghiamolo, invochiamolo perché non veniamo meno nei momenti di prova e sempre ci faccia sentire la sua presenza. Chiediamo la Grazia di sentirlo accanto. È difficile comprendere veramente le parole di Paolo: “Ti basta la mia grazia. La forza si manifesta pienamente nella debolezza” (2Corinzi 12,9). Forse la condizione dell’essere deboli ci rende consapevoli del nostro essere bisognosi, del nostro affidarci ad un Altro per salvarci, per non vantarci di noi stessi, come ricorda sempre san Paolo nella seconda lettura (2Corinzi 12,2-10). Allora “esci e fermati alla presenza del Signore” (1Re 19, 11), non stanchiamoci di rivolgerci a Lui!
Talvolta anche noi ci sentiamo piccoli perché in fondo vorremmo un dio potente e gagliardo che risolva o non permetta certe situazioni… Dio ci sorprende, perché non si mostra come noi vorremmo, si fa “sussurro di brezza leggera” (1Re 19,12), non vento impetuoso, non terremoto, non fuoco (1Re 19,11); non si impone, ma si rende vicino nel modo più rispettoso e vero, rispetto alle nostre reali esigenze. Immagino e ricordo il deserto di Israele: una brezza è davvero piacevole e benefica. Il nostro Dio è il Dio dei piccoli, degli ultimi, di Israele piccolo popolo, che sceglie il piccolo tra i figli di Giacobbe, una fanciulla di Nazareth per essere Madre di Dio, un persecutore perché diventi apostolo delle genti. In tutto l’Antico Testamento e nel Nuovo, è chiaro che non la forza, la grandezza, la potenza straordinaria sono segni di Dio, ma la debolezza, la piccolezza, la misericordia, l’amore.
Per me prego e chiedo di aver la grazia di vivere in Comunione con Dio, cosicché Lui parli e agisca in me, nei momenti decisivi. Prego in questa settimana per chi subisce persecuzioni a causa del nome di Gesù: lo Spirito li sostenga e dia loro forza.

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