“In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».” (Luca 1,57-66).
Giovanni é un dono di misericordia, questo é il significato biblico del nome che Elisabetta, contro ogni regola imposta dalla tradizione, indica all’unico suo figlio.
Basta solamente questo riferimento per farci capire quanto importante sia la nascita di Giovanni il precursore. Il D-o che si é fatto annuncio in Maria e in tutte le persone che l’hanno accompagnata, si manifesta preparando la strada, inviando un messaggero.
Non ci deve stupire dunque che il Natale di Gesù che si fa bambino sia preceduto dalla nascita di Giovanni perché, pur nel mistero, il Signore abita ogni giorno nella nostra vita preparando una via nuova. Ogni giorno prepara il terreno della sua presenza in noi.
É questa meraviglia che ci apre all’accoglienza e alla sorpresa di un D-o che si fa piccolo per aiutarci a convertire la nostra vita all’amore e alla misericordia. Nella cose piccole ed invisibile ai nostri occhi, si manifesta la potenza dell’Altissimo.
Nelle prossime ore viviamo questo senso di accoglienza della vita come segno stabile della misericordia del Signore.