“In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai farisei: «Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno,
dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato». (Matteo 12,33-37)
Il brano di oggi ci porta a fare una sorta di «esame di coscienza». Gesù sembra dire a ciascuno di noi: giudicate un albero dai suoi frutti, e giudicate l’uomo da quello che fa e da come si comporta.
Ma riflettendo bene ci si accorge che questo paragone citato da Gesù si pone in una linea più profonda: è dal cuore che derivano le azioni dell’uomo. Nel linguaggio del mondo semitico, il cuore
è la sede della personalità, il punto centrale che determina ogni pensiero, ogni atteggiamento e ogni espressione di giudizio e di conseguenza di ogni azione. La nostra personale conversione
quotidiana deve sconvolgere questo “cuore”. Gesù ci invita a tenere pulito il nostro cuore, prima ancora di ogni principio e di ogni regola.
San Paolo in un passaggio della lettera ai Colossesi ci invita all’amicizia e alla fraternità. In questo giorno, facciamo nostra questa Parola.
«… Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il
Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto». (Col. 3,12-14)