24/02/2018 – Sabato della I di Quaresima

“Se aveste compreso che cosa significhi: -Misericordia io voglio e non sacrifici-, non avreste condannato persone senza colpa” (Matteo 12, 1-8)

Mi piace questo passo del Vangelo di Matteo! Mi fa pensare al modo che ho di pormi quotidianamente verso gli altri.
A volte inconsapevolmente, a volte con maggiore coscienza, ho quell’atteggiamento antipatico di percepire negli altri ciò che non va, qualcosa di loro come persone o di ciò che stanno facendo.
Penso che questa lente di ingrandimento sugli errori altrui, che ricorda l’atteggiamento dei farisei nell’episodio di Vangelo, sia connessa anche ai SACRIFICI di cui si parla in questi versetti.

Sicuramente la parola “sacrifici” usata da Gesù ha un rimando diretto alle imposizioni della Legge, da superare quando sono solamente adesione cieca, pratica abitudinaria ma sterile.
Ma si parla anche di una comprensione autentica e quindi ragionata personalmente!
Cosa sento di sacrificare quando punto il dito contro gli altri?
Sicuramente viene meno l’occasione di avvicinare una persona senza filtri e pregiudizi di alcun genere, quindi forse anche l’esperienza del sorprendersi di fronte al bel mistero dell’altro da me.
E poi sacrifico un po’ di me, nella misura in cui incontrare l’altro per come è può farmi crescere.. quindi ancora una volta nel negare a me stessa un’opportunità.

Chiedo al Signore, in questa Quaresima, di aiutarmi a mutare il mio sguardo verso gli altri perché sia uno sguardo che restituisca dignità e non colpa.

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