“Filippo trovò Natanaele e disse” ‘Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazáret. (…) Filippo gli rispose: ‘Vieni e vedi’. Giovanni 1, 45-51
In questo momento, descritto dall’evangelista Giovanni, è avvenuta da poco tempo la chiamata di Filippo che risponde positivamente seguendo Gesù e diventando uno dei dodici.
Siamo qui invece nel momento in cui avviene una chiamata anche per Natanaele, uomo molto studioso della Legge e delle Scritture.
Mi piace il fatto che la vocazione di Natanaele avvenga in un modo molto comune e allo stesso tempo speciale: nell’incontro con chi ha già incontrato il Signore.
Anche il mio percorso di Fede è stato ed è tuttora costellato di incontri e di testimonianze che sostengono la relazione con Lui.
Mi piace che venga qui esemplificato il valore della testimonianza che funziona come un contagio, come un propagarsi di stato di grazia, di serenità, come quando una persona con la propria allegria riesce a fare star bene anche le persone che ha attorno.
L’invito di Filippo, anche di fronte ai dubbi di Natanaele, si concentra in due semplicissime indicazioni: vieni e vedi.
Trovo interessanti questi due verbi anzitutto perché entrambi comportano azioni attive, un po’ a dire ‘ora sta a te, attivati, è il tuo momento’.
In più, entrambe le azioni comportano che ci sia già qualcosa che attende la persona che verrà e vedrà; c’è già una promessa che attende di essere raggiunta e di essere vista, di cui ci si deve accorgere.
Infine “Vieni” (proprio come la vocazione da parte di Gesù “Vieni e seguimi”) è un invito speciale perché chiama ad una compagnia; Filippo propone a Natanaele di andare assieme a lui, in questo caso iniziando proprio un cammino CON.
Penso sia questa una speranza da coltivare sempre come cristiana all’interno di una comunità… che il mio sia sempre un vivo cammino CON, dove il compagno sia il Signore, ma non solo.