“In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».“ (Marco 16,15-18).
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L’invito di Gesù risorto ai discepoli é deciso e diretto: la buona notizia del Evangelo non ha confini. Il D-o dei Padri, di Abramo, Isacco, Giacobbe, di Mosè, dei Profeti d’Israele, del grande Re Davide allarga il suo confine con la presenza del Figlio di D-o, Gesù, l’Emmanuele, il D-o con noi, il Cristo.
Il Signore, Benedetto Egli sia, sarà riconosciuto da tutta l’umanità dagli apostoli, da Paolo, dalla Chiesa e da noi, con umiltà, mediante la testimonianza della nostra fede.
E quale sarà la prospettiva, l’impegno concreto da attuare? Ecco: quanto attualizziamo dall’Evangelo di oggi: cacciare lo spirito del male; farsi capire da tutti; affrontare i problemi con coraggio!
La nostra conversione al Signore dipenderà dalla nostra testimonianza, dalla passione, dall’ardore che anima il nostro spirito di fede in Cristo.
Signore aiutaci!
Immagine: Conversione di San Paolo di Caravaggio