“In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.” (Marco 16,15-19).
La celebrazione della conversione di San Paolo si inserisce nell’ordinario cammino della chiesa.
Le parole del brano degli Atti degli Apostoli (22,3-16) ci raccontano della conversione di Paolo lungo la via di Damasco. Il collegamento con l’Evangelo di Marco é molto legato a quanto Gesù ha proposto all’inizio della sua missione: ‘Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo’ (Marco 1,15).
La conversione di Paolo si innesta proprio nelle parole di Gesù. Sappiamo quanto la storia di Paolo ebreo osservante é collegata ad una forte opposizione al cammino iniziale della chiesa nascente. La sua conversione rappresenta un continuum della missione evangelizzatrice di Gesù. Paolo si é dedicato, come sappiamo, soprattutto all’annuncio ai pagani, oltre quella che era la ‘Galilea delle genti’.
E Paolo ha proprio applicato non solo le prime parole di Gesù ma anche le ultime nella sua missione evangelizzatrice: ha proclamato l’Evangelo a tutte le creature.
Dobbiamo essere grati al Signore proprio di questa conversione di Paolo perché senza il suo contributo forse oggi non conosceremmo quel Gesù di Nazareth, il Messia di D-o, che tanto ha rivoluzionato il nostro modo di riconoscere la presenza di D-o nelle nostre vite.
Anche noi siamo chiamati ogni giorno a convertirci e a credere alla Parola perché essa é lo strumento semplice ed efficace di comunicare con il Signore, nostro Creatore.