“Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».” (Marco 9,41-50).
L’Evangelo che meditiamo oggi pone al centro il costante pensiero di Gesù di attenzione a ciò che é piccolo. É la piccolezza che fa la differenza nel regno di D-o e nella nostra capacità di conversione al Signore.
Ogni cosa fatta a questi piccoli, il dare da bere ai piccoli, é fonte di una ricompensa senza limiti, come é fonte di tenebra non avere attenzione.
Il brano evangelico però ci indirizza presentandoci alcuni paradossi piuttosto duri. L’Evangelo ci invita a non scandalizzarci di noi stessi e a non essere troppo sicuri di bastare a noi.
I tre paradossi riguardano la mano, il piede e l’occhio. Sono tre membra doppie indispensabili per vivere. Ma se una di queste é motivo per scandalizzarci é meglio fare senza. Tutto questo é legato al tema dell’attenzione ai piccoli.
Nella vita credente é necessario avere il coraggio di guardare a noi stessi e alle nostre pretese e a vivere con una attenzione concreta a chi é piccolo, ultimo, abbandonato, povero. Solo vivendo questa dimensione possiamo capire il senso della vita orientata verso il Signore e a non scandalizzarci di noi stessi.
La conclusione dell’Evangelo del sale insipido é il rischio che riguarda la nostra incapacità di dare testimonianza.
Dobbiamo da credenti dare sapore alla nostra vita e al nostro essere attenti agli altri più piccoli per stare in pace con tutti.