29/12/2017 – V giorno nell’Ottava di Natale – S. Tommaso Becket

“Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati,
prendi con te il bambino e sua madre e va’; nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno». (Matteo 2, 19 – 23)

“essendoti alzato”, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele…
…perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».”
“Alzati, rivestiti di luce , perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te.”. (Isaia 60”)
Dopo il Natale di Gesù tutto si ritrova in un movimento di ricerca, di scoperta, di desiderio di riconoscere questo Dio divenuto bambino. I Magi, Erode, i soldati, tutta Gerusalemme, la santa città di Dio… addirittura c’è una fuga in Egitto e un ritorno a un terra ai confini del mondo allora conosciuto, dalla quale “non poteva venire nulla di buono” (Gv 2,46).
Questo “viaggio” che Giuseppe, “essendosi alzato” ha sempre “PRESO CON SE’” il bambino e la madre di
Lui che, a differenza dl cap 1 non viene più chiamata “tua sposa” ma, madre di Lui. Fare attenzione alle diverse declinazioni dei verbi ci permette di scorgere il passaggio dalla semplice curiosa
ricerca alla sequela obbediente alle visite di Dio attraverso i segni della e nella storia dell’umanità. Ci stimola a scorgere una sequela che ci rende partecipi e missionari del compimento della promessa iniziata con l’affidamento del primo credente: Abramo, alla Parola promessa che ha conosciuto in Gesù il suo compimento, in un’eccedenza d’amore sorprendente ed inaudita.
Con Gesù diventiamo Nazireo, cioè consacrati a Dio: “ Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre. Io sono il Signore: questo è il mio nome.”(Isaia 42, 6)

Gesù che condividi con noi questo invito, rendici capaci di camminare con Te per le strade di questo nostro mondo. Amen!

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