30/09/2018 – V domenica dopo martirio di S. Giovanni il precursore

“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza, con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso. Fa’ questo e vivrai”. (Luca 10,25-37)

È emozionante ascoltare questa Parola così ricca! Il cuore di oggi è l’Amore verso Dio e verso l’altro. Amore che è un cammino che da parte del nostro Dio parte da lontano, dall’esodo nel deserto e da parte nostra sembra essere sempre solo all’inizio, sempre poco…. come lo è stato per Israele che nel deserto si è allontanato da Dio, non ha ascoltato! Ecco, allora, la bellissima pagina di Deuteronomio 6, “Ascolta Israele, Shema Israel!” (v.3-4): il ricordo della consegna della Legge, le parole di Dio all’amato Israele. Il popolo ricorda che la Parola è vita, è promessa di felicità, è liberazione.

Gesù riprende il cuore della Scrittura nel dialogo con un dottore della Legge, un super-studioso della Torah. Al di là delle intenzioni di costui, la domanda che rivolge a Gesù forse anche noi vorremmo fargliela: “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”(v.25). Ma non è questione di FARE. Né di SAPERE, perché lui la risposta la sa, sa cosa c’è scritto nella Legge. Gesù racconta la parabola del “buon samaritano” per scardinare lo schema mentale del suo interlocutore che in quel tempo interpretava il prossimo solo come familiare di sangue o fratello appartenente al popolo giudaico. Paradossale che il protagonista sia proprio un samaritano, che tale non era considerato! Eppure è l’unico che dimostra di mettere in pratica ciò che Dio aveva comandato ad Israele! La questione è AMARE.

È così: Dio ribalta sempre i nostri schemi e i nostri giudizi, anzi non li usa proprio! E Paolo, convertito all’Amore di Cristo, lo sa bene: “chi ama l’altro ha adempiuto la legge. La carità non fa nessun male al prossimo” (Romani 13,8.10).

Ti siamo riconoscenti perché Tu da Buon Samaritano “ci hai visto e hai avuto compassione, ti sei fatto vicino, ti sei preso cura di noi”. Aiutaci, Signore, a mettere in pratica IL tuo precetto, l’unico che dia senso a tutti gli altri: “AmarTi con tutto il cuore, anima, forza, mente e ad amare il prossimo come noi stessi”. Insegnaci a farci prossimi alle persone che incontriamo. Impariamo da san Paolo a “gareggiare nello stimarci a vicenda”, a non essere “debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole.” (Rm 13,8

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