“In quel tempo. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. ” (Mt 4, 18-22)
Signore, che cosa vuoi da me? È la domanda che molto spesso ci poniamo, soprattutto quando si è giovani, quando si è alla ricerca della propria vocazione, del “cosa fare della propria vita”! Ma
non solo! Anche da adulti, anche se abbiamo già fatto delle scelte di vita, ogni giorno il Signore ci interpella «… venite dietro a me». Il brano odierno è un brano a sfondo «vocazionale». L’episodio si colloca sulle rive del lago di Galilea, dove Gesù sta camminando e dove alcuni uomini erano intenti al loro lavoro. L’appello di
Dio raggiunge ogni uomo e ogni donna nel loro ambiente ordinario, nel loro posto di lavoro. Nessuna cornice «sacra» per la chiamata dei primi discepoli, ma lo scenario del lago e lo sfondo della dura vita quotidiana. È interessante leggere questo brano in parallelo con la vocazione del profeta Eliseo (1Re 19,19-21). Anche Eliseo è raggiunto nel suo ambiente di lavoro, anche Eliseo lascia il mestiere e la famiglia, anche Eliseo è chiamato: non è lui a prendere l’iniziativa di farsi profeta, ma è chiamato.
Nel racconto evangelico, due tratti sono messi in maggior evidenza: il discepolo è chiamato a condividere la via del Maestro («seguitemi») e il distacco, -anche dagli affetti-, drastico e
immediato («e subito lasciarono»).
Inoltre, quattro punti essenziali ci vogliono guidare in questa giornata «vocazionale»: la centralità di Gesù. Sua è l’iniziativa: non è l’uomo che si auto-genera discepolo, ma è Gesù che trasforma
l’uomo in un discepolo. La sequela di Gesù esige un profondo distacco. Nel brano incontriamo due icone di chiamata: Pietro e Andrea che “…lasciarono le reti”, successivamente Giacomo e
Giovanni che “…lasciarono la barca e il loro padre”. Troviamo dunque un crescendo: dal mestiere alla famiglia. La sequela è un cammino. Lasciare e seguire! L’appello di Gesù non ci colloca in uno
stato finito, ma in un cammino. E da ultimo la sequela è missione. Due sono le coordinate del discepolato: la comunione con Cristo «seguitemi» e una corsa verso il mondo «vi farò pescatori di
uomini». La seconda nasce dalla prima!
Da quanto tempo riusciamo a stare con il Signore Gesù!
Gesù non colloca i suoi discepoli in uno spazio separato, settario: li incammina sulle strade degli uomini. E noi … a che punto stiamo? Lasciamoci dunque trasformare da Gesù, dalla sua Parola,
dal suo essere presente in mezzo a noi attraverso quel pane spezzato.
Ti offro tutto di me, Signore. Prendi il mio cuore, la mia mente, tutto il mio essere, certo che mi ritroverò trasformato e salvato.