31/12/2018 – VII Giorno dell’Ottava di Natale – S. Silvestro

Luca 2, 33-35

In quel tempo. Il padre e la madre del Signore Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Stiamo ancora respirando il clima di tenerezza del vero Natale di Gesù e quello superficialmente edulcorato della nostra società consumistica ed ecco che arriva questo Vangelo che ci scompiglia le carte ancora una volta! Chissà che terremoto di sentimenti e di domande che Maria e Giuseppe avranno provato durante l’incontro con Simeone, uomo giusto, perché illuminato dallo Spirito Santo e perciò uomo vero e pieno di gioia e prova ne è il bellissimo cantico ( il Cantico di Simeone, appunto), che la Chiesa prega ogni giorno nella compieta.
Eppure, dopo aver benedetto Maria, pronuncia parole dure. Perché questa durezza? Gesù è segno di contraddizione, perché finalmente Dio entra nell’umano e smaschera la nostra ambiguità, apre i nostri occhi miopi sulla realtà e il nostro cuore chiuso e storto su noi stessi, per donarci la libertà e la dignità di ogni figlio di Dio, desiderato, incessantemente cercato e infinitamente amato da Lui!
Il cammino non sarà indolore; tutti noi conosciamo bene, come Maria, le stilettate di una spada che trafigge l’anima, ma, uniti a Gesù, possiamo attraversare ogni condizione e ogni dolore, non nella solitudine perché certi e consapevoli di essere tenuti al sicuro nel Suo abbraccio.
Un bambino di quarta elementare a catechismo, mi ha fatto la domanda delle domande: “Perché Gesù quando era sulla terra non ha fatto sparire il dolore, la sofferenza?” Gli ho detto che non ho la risposta -che avremo quando lo incontreremo “faccia a faccia”-….. ma che di Uno, che ha provato tutto il dolore provabile su di sé e in più si è preso anche il nostro, io mi fido.
Quale migliore augurio per il nuovo anno se non di affidargli ancora una volta, la nostra vita, serenamente! Preghiera: In molti giorni oziosi, ho pianto sul tempo perduto…ma non è mai perduto Signore, hai preso ogni istante della mia vita, nelle tue mani! Nascosto nel cuore del creato tu muti i semi in germogli, le gemme e i boccioli in fiori e in frutti maturi! Ero stanco e dormivo pigramente nel mio letto e immaginavo che ogni lavoro si fosse fermato… Al mattino, mi destai e trovai il mio giardino, tutto pieno di un miracolo di fiori!

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