02/01/2020 – S.S. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno

Luca 2, 28b-32
In quel tempo. Simeone accolse il bambino Gesù tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

Dopo il Magnificat e il Benedictus, ecco il Nunc Dimittis, terzo cantico trasmesso da Luca nel suo racconto dell’infanzia di Giovanni Battista e di Gesù.
Il vecchio Simeone che abbraccia un bambino è una cosa grande, è una cosa importante perché rappresenta ciascuno di noi di fronte alla novità di Dio.

La novità di Dio si presenta come un bambino e noi, con tutte le nostre abitudini, paure, timori, invidie, preoccupazioni, siamo di fronte a questo bambino, alla novità di Dio. Lo abbracceremo, lo accoglieremo, gli faremo spazio?

Questa novità entrerà davvero nella nostra vita o cercheremo di mettere insieme vecchio e nuovo cercando di lasciarci disturbare il meno possibile dalla presenza della novità di Dio?

«Signore, fa che ti accolga come il nuovo nella mia vita, che non abbia paura di Te, che non ti misuri
con i miei schemi, che non ti voglia incasellare nelle mie abitudini mentali; che mi lasci trasformare dalla novità della tua presenza. Fa’ o Signore che, come Simeone, io ti accolga nella tua novità, in ogni cosa che, intorno a me, è vera, nuova e buona. Che io ti accolga in tutti i bambini di questo mondo, in ogni vita, in ogni fermento di novità che Tu metti intorno a noi, nella nostra società, nel
mio cuore». (Carlo Maria Card. Martini)

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