02/07/2017 – 4ª Domenica dopo Pentecoste

“Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà, ma chi la perderà, la manterrà viva.” (Luca 17,26-33).
Sembra un racconto apocalittico, in effetti si parla del ritorno del Figlio dell’Uomo: apocalisse significa rivelazione. Il Signore c’è e nuovamente si manifesta. C’è poi un legame col tempo originario di Noè e col tempo di Lot: la storia degli uomini verrà ricapitolata in Gesù Cristo che è venuto a dare compimento e la sua manifestazione porterà tutto alla luce. Tutto quello che è stato fatto non potrà più esser cambiato. Apparentemente sembra che Noè e Lot non facciano niente di sbagliato, sappiamo invece che Dio interviene perché i tempi non erano buoni… Ecco che, quindi, viene svelato lo scopo di questo racconto: dare un messaggio e un avvertimento per chi deve cambiare rotta, ricordare di dare valore alla vita in ogni sua azione.
Questo vale anche per noi e per ogni tempo! Molte delle attività degli uomini sembrano buone, dovute, normali, spesso la gente dice “che male c’è?”; noi che siamo discepoli di Cristo non seguiamo questo ragionamento, chiediamoci invece qual è il bene che c’è, se quel che facciamo è buono e ha senso sull’esempio di Gesù. per esempio, “Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri” (Galati 5,26). Questo è sicuramente il tempo di una testimonianza da parte di cristiani che cercano di vivere con gioia il Vangelo, che non si lasciano trascinare dalla logica del mondo. A volte non è facile, perché vuol dire “rinunciare” alle offerte seduttive del mondo e della sua logica di vittoria, del “basta a me, ci sono solo io”… “Perdere” agli occhi del mondo vuol dire, invece, mantenersi sempre sulla strada del bene, anche quando è faticosa.
Quell’elenco interminabile di azioni turpi e cattive nella lettera ai Galati bastano a mo’ di esempi, sembra più che attuale, purtroppo! Anche san Paolo ci ricorda “sono ben note le opere della carne; chi le compie non entrerà nel Regno di Dio” (Galati 5,19-21). Sembra non lasciare pietà, ma noi sappiamo che Dio è misericordioso, ma è altrettanto vero che non riconosce come sue e come buone tutte queste azioni che portano l’uomo al male per sé e per altri! È chiaro l’invito per noi: “camminate secondo lo Spirito” (Galati 5,16), “se viviamo nello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito” (Galati 5,25). È bella quest’idea: è un cammino, nessuno è già arrivato, ma lungo il cammino possiamo vedere tanti frutti di chi sta camminando: “il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Galati 5,22).
Il compito in questa settimana è quello di cercare vicino a noi i frutti e i segni della presenza dello Spirito che anima gli uomini a seguire Gesù, ringraziare per i testimoni di mitezza, benevolenza, amore che il Signore ci ha messo nelle nostre giornate. Affidiamo nella preghiera il nostro mondo e il nostro tempo così complesso e così povero, a volte, di umanità. Chiediamo allo Spirito la forza di essere testimoni di bontà con azioni di bene, sapendo di “perdere” un po’ del nostro egoismo.

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