“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.” (Giovanni 14,23-29).
Le parole dell’Evangelo di Giovanni rappresentano un grande messaggio che mette in stretta relazione il Figlio con il Padre, noi figli con il Signore. Questo é possibile purché la Parola diventi il fulcro di questa relazione e l’amore diventi regola di vita.
Possiamo cogliere i queste parole intense di Giovanni il senso di una relazione che diventa scuola concreta tra il Figlio e il Padre, tra noi e il Padre.
Così osiamo pensare il rapporto di Gesù alla scuola di Giuseppe lavoratore e falegname. Chissà quante volte Gesù avrà ascoltato Giuseppe nell’imparare a lavorare il legno. E chissà quante altre volte lo Spirito Paraclito sarà divenuto strumento quotidiano per dare anima al lavoro.
In questa giornata di festa del lavoro é importante riflettere sul valore del lavoro come strumento per fare crescere dignità, spirito di iniziativa, creatività, fraternità.
Che il Signore ci doni la forza e il coraggio di trovare nuove vie per un lavoro che dia dignità e cittadinanza alle persone.