“il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Giovanni testimoniò dicendo: ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo….” (Giovanni 1,29-34).
Sembra che con il Vangelo di oggi si torni un passo indietro, d’altronde anche Gesù aveva promesso ai discepoli che si sarebbero incontrati nuovamente in Galilea, laddove tutto ebbe inizio! Decisivo per la nostra vita è “il giorno dopo”, ovvero come pensiamo e decidiamo di vivere il lunedì della vita feriale dopo la domenica della resurrezione, ogni settimana, non solo la festa di Pasqua. Nella ferialità della nostra vita dovremmo imparare da Giovanni Battista che, dopo aver incontrato e visto il Signore, ha testimoniato. Lui non si è tirato indietro, ma ha fatto un passo indietro, riconoscendosi piccolo, come ha fatto il Signore Gesù che si è fatto “agnello di Dio”, si è sacrificato per “ottenere la redenzione eterna” (Ebrei 9,14); il suo sangue innocente “senza macchia” (Ebrei 9,14), offerto a Dio, dona a noi la possibilità di “servire il Dio vivente” (Ebrei 9,14). Il nostro Dio è vivo, non è un Dio di morte, ma Signore della vita! Come è possibile? Lo Spirito è Vita e dà vita! Infatti lo stesso Giovanni Battista e poi Paolo ricordano il dono dello Spirito a chi crede e si battezza nel nome di Gesù, lo stesso Spirito che ha accompagnato Gesù in tutta la sua vita e che alla fine lo ha resuscitato dai morti, lo stesso Spirito ricevuto da noi nei sacramenti.
In questa terza settimana dopo Pasqua, lasciamo un aperta allo Spirito nella nostra quotidianità. Forse anche noi talvolta diciamo come Giovanni “non conosco” e fatichiamo a vedere Gesù, tuttavia invochiamo lo Spirito e cerchiamo e contempliamo anche noi la presenza del Signore Risorto, vivo e operante in mezzo a noi.