02/09/2019 – Lunedì della 1ª Settimana dopo il martirio di S. Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». (Luca 15,8-10)

La scena descritta in questi pochi versetti racconta di una donna che probabilmente amministra la cassa della casa e non è in condizioni molto agiate. Ciò la porta ad essere preoccupata perchè potrebbe essere una ragione sufficiente per essere accusata di un ammanco ingiustificato ed essere ripudiata dal marito. Per ritrovare la moneta perduta allora accende la luce, spazza la casa, cerca accuratamente. Quando la ritrova è così felice che chiama le sue amiche per condividere la sua gioia.

Così interpretato, questo passo ci rimanda al rapporto sponsale che caratterizza l’alleanza tra Dio e il suo popolo.
Gesù ci rivela l’assoluta gratuità dell’amore che Dio ha per l’uomo prendendosene cura, anche quando questi sceglie di peccare, di sottrarsi dal suo rapporto con Lui, sceglie di perdersi.

Dio non è solo un Dio dei giusti, ma anche dei peccatori.
Egli non attende che i peccatori si convertano e ritornino a lui, ma va lui stesso a cercarli, nella situazione di peccato in cui si trovano. E’ bello e importantissimo sapere che il suo perdono non richiede prima la volontà e il cammino della conversione ma è anteriore alla conversione stessa.
Gesù ci rivela che l’amore di Dio non va meritato come se fosse una ricompensa, non va inteso come premio per il nostro sforzo di tornare a Lui che sia motivo poi di dedizione di Dio per noi: è già amore gratuito che vuole raggiungere tutti.

Gesù poi sottolinea come Dio gioisca per il peccatore ritrovato: è un chiaro invito alla comunità cristiana a lasciarsi contagiare da questa gioia e a guardare ai peccatori, convertendosi sempre di più allo stile misericordioso di Dio, non come oggetto di disprezzo e rifiuto, ma realtà da amare, da cercare, da riaccogliere con gioioso perdono.

Ciascuno di noi, quale peccatore, non può non sentirsi personalmente coinvolto nella gioia di Dio e per questo può e deve porsi in stato di conversione fiduciosa.

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