“Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà, ma chi la perderà, la manterrà viva.” (Luca 17,26-33).
Sembra un racconto apocalittico, in effetti si parla del ritorno del Figlio dell’Uomo: apocalisse significa rivelazione. Il Signore c’è e nuovamente si manifesta. C’è poi un legame col tempo originario di Noè e col tempo di Lot: la storia degli uomini verrà ricapitolata in Gesù Cristo che è venuto a dare compimento e la sua manifestazione porterà tutto alla luce. Tutto quello che è stato fatto non potrà più esser cambiato. Apparentemente sembra che Noè e Lot non facciano niente di sbagliato, sappiamo invece che Dio interviene perché i tempi non erano buoni… Ecco che, quindi, viene svelato lo scopo di questo racconto: dare un messaggio e un avvertimento per chi deve cambiare rotta, ricordare di dare valore alla vita in ogni sua azione.
Questo vale anche per noi e per ogni tempo! Molte delle attività degli uomini sembrano buone, dovute, normali, spesso la gente dice “che male c’è?”; noi che siamo discepoli di Cristo non seguiamo questo ragionamento, chiediamoci invece qual è il bene che c’è, se quel che facciamo è buono e ha senso sull’esempio di Gesù. per esempio, “Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri” (Galati 5,26). Questo è sicuramente il tempo di una testimonianza da parte di cristiani che cercano di vivere con gioia il Vangelo, che non si lasciano trascinare dalla logica del mondo. A volte non è facile, perché vuol dire “rinunciare” alle offerte seduttive del mondo e della sua logica di vittoria, del “basta a me, ci sono solo io”… “Perdere” agli occhi del mondo vuol dire, invece, mantenersi sempre sulla strada del bene, anche quando è faticosa.
Quell’elenco interminabile di azioni turpi e cattive nella lettera ai Galati bastano a mo’ di esempi, sembra più che attuale, purtroppo! Anche san Paolo ci ricorda “sono ben note le opere della carne; chi le compie non entrerà nel Regno di Dio” (Galati 5,19-21). Sembra non lasciare pietà, ma noi sappiamo che Dio è misericordioso, ma è altrettanto vero che non riconosce come sue e come buone tutte queste azioni che portano l’uomo al male per sé e per altri! È chiaro l’invito per noi: “camminate secondo lo Spirito” (Galati 5,16), “se viviamo nello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito” (Galati 5,25). È bella quest’idea: è un cammino, nessuno è già arrivato, ma lungo il cammino possiamo vedere tanti frutti di chi sta camminando: “il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Galati 5,22).
Il compito in questa settimana è quello di cercare vicino a noi i frutti e i segni della presenza dello Spirito che anima gli uomini a seguire Gesù, ringraziare per i testimoni di mitezza, benevolenza, amore che il Signore ci ha messo nelle nostre giornate. Affidiamo nella preghiera il nostro mondo e il nostro tempo così complesso e così povero, a volte, di umanità. Chiediamo allo Spirito la forza di essere testimoni di bontà con azioni di bene, sapendo di “perdere” un po’ del nostro egoismo.