04/09/2023 – S. Rosalia

Lc 15, 8-10

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”.

 

 

Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte»

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Due sono i passaggi in questo brano: il primo è quello della perdita e il dolore; il secondo è la gioia del ritrovamento.

Una donna che perde una moneta: potremmo dire, cosa sarà mai tutta questa tragedia? Se consideriamo però che una moneta all’epoca equivaleva la paga giornaliera, allora non ci meraviglia il fatto che la donna non si dà pace, accende la luce, spazza la casa, guarda accuratamente in ogni angolo, è agitata, la cerca impiegando tutte le sue energie. Non si lamenta e non piange, ma si mette a cercare.

Nelle nostre giornate, ci capita spesso di essere sommersi da tante faccende e anche se perdiamo di vista qualcosa di una certa importanza, facciamo fatica a fermarci per non rischiare di perdere il ritmo della frenesia e abbiamo la sensazione di non esser sul pezzo!
Che grande illusione la nostra… la cultura liquida -dice Bauman- ci obbliga e ci costringe a correre costantemente, perdendo di vista l’essenziale, rendendoci indifferenti al
dolore e alla perdita delle cose che contano per noi e soprattutto degli affetti che vengono trascurati per mancanza di tempo e di dedizione.

Darsi delle priorità; mettersi subito alla ricerca senza perdere tempo; cercare con premura, ecco alcune delle caratteristiche del Padre amorevole che Gesù vuole insegnare attraverso questa parabola. Dio agisce così nei nostri confronti ogni volta che ci perdiamo, ci sentiamo smarriti e scoraggiati. Dio non lascia perdere nessuno, perché tutti noi siamo preziosi ai suoi occhi, anche se spesso ingrati e peccatori. Dio non si scandalizza del nostro peccato, dei nostri errori, dei nostri smarrimenti. Vedendoci persi e lontani Lui, non si dà pace finchè non ci fa sentire al sicuro.

Il Dio di Gesù va dietro anche a uno solo di noi, (come la donna con la sua moneta), sbandati e smarriti, questo è sufficiente a mettere in cammino il nostro Dio, a muovere le sue “viscere” materne, Lui si è sacrificato per ognuno di noi.

L’esempio ne è Gesù stesso che nel vangelo sorprende tutti: va a mangiare con i peccatori, difende una donna adultera, chiama tra gli apostoli un pubblicano, entra nella casa di Zaccheo, benedice e conforta un ladrone sulla croce.

Siamo chiamati a fare esperienza dell’Amore Misericordioso che si mette sulle nostre tracce, che ci cerca con passione, che è disposto a scovare nei nostri nascondigli senza forzare la nostra libertà; è lo stile di un Dio che non delega la ricerca, ma che si mette in marcia per colmare il vuoto insopportabile delle distanze, che impazzisce di gioia quando ci riporta a casa.

Permettiamo a Gesù di abitare le nostre fatiche, i nostri smarrimenti e facilmente troveremo la via d’uscita e la forza per sopportare tutto quello che riduce la nostra felicità. Senza di Lui la vita è faticosa, insieme a Lui ogni circostanza diventa un’esperienza di crescita che ci trasforma in testimoni credibili!
Lasciamo che Gesù ci cerchi!

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