05/12/2019 – Giovedì della 3ª Settimana di Avvento

Matteo 16, 1-12

In quel tempo. I farisei e i sadducei si avvicinarono per mettere alla prova il Signore Gesù e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. Ma egli rispose loro: «Quando si fa sera, voi dite. “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi? Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Li lasciò e se ne andò. Nel passare all’altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane. Gesù disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo preso del pane!». Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché andate dicendo tra voi che non avete pane? Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila, e quante ceste avete portato via? E neppure i sette pani per i quattromila, e quante sporte avete raccolto? Come mai non capite che non vi parlavo di pane? Guardatevi invece dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei.

 

Farisei e sadducei pretendono segni chiari ed evidenti per potersi orientare, aspettano quella indicazione e quella voce che dica loro cosa fare. Dietro a questa pretesa c’è, in realtà, una volontà di autonomia: “Dimmi quello che devo fare, poi mi arrangio”. Chiedono a Dio che dia loro le cose necessarie per vivere senza di Lui, per non dipendere e per non averne bisogno, in sintesi per poterlo abbandonare. Dio infatti si è già fatto uomo, ci ha rivelato quanto doveva, non possiamo chiedere nulla di più.

Dobbiamo rassegnarci al fatto che a non tutti i perché possiamo dare una risposta, ed è proprio questo, apparentemente una condanna ed una tortura, che ci rende liberi.

Dio non ha un libro in cui c’è scritto quello che faremo nei prossimi giorni, settimane, anni, ma ha piuttosto la speranza che noi, suoi figli amati, saremo felici. Quello che troveremo, piuttosto di un segno o di una parola, sarà una strada da percorrere.

A noi sta discernere e scegliere dove andare.

 

Salmo 127/126

Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città,

invano veglia il custode.

Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai

suoi amici nel sonno.

Ecco, dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo.

Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza.

Beato l’uomo che ne ha piena la faretra: non resterà confuso quando verrà a trattare alla porta con i

propri nemici

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