“Vi era un funzionario del re che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea alla Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: se non vedete segni e prodigi, voi non credete… Va’, tuo figlio vive. Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. … Questo fu il secondo segno…” (Giovanni 4,46-54).
Se penso ai miei tempi e ai tempi di Gesù la difficoltà dell’aver fede è sempre la stessa: credere ad una promessa; forse oggi potrebbe essere più facile, perché, in Gesù, Dio ha mantenuto e realizzato tutte le promesse, ma Abramo in base a cosa ha creduto, millenni prima di Gesù? La sua giustizia è aver avuto fede in Dio in principio. Devo ammettere che ai miei occhi oggi Dio è sicuramente credibile come “colui che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono” (Romani 4,17). Noi sappiamo oggi che la lettera ai Romani dice il vero, se pensiamo ad Abramo “eredi si diventa in virtù della fede perché sia secondo la grazia e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza” (Romani 4,16). E questo ci fa intuire la verità espressa anche in Isaia: “io porrò in essi un segno…. così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome” (Isaia 66,22).
Il vangelo è chiaro: Dio non lascia i suoi figli nella morte, ma vuole per noi una vita di risurrezione! Tante volte incontro persone, ragazzi, che si chiedono perché Gesù non resuscita ancora oggi i nostri cari…ecco la difficoltà di oggi sta nel credere che sia ancora possibile, perché non ci accontentiamo di sapere che sarà per l’ultimo giorno o che Dio ci attende per una vita eterna con lui. Giovanni, infatti, scrive il suo Vangelo presentando i “segni” della presenza di Dio: dopo le nozze di Cana, questo è il secondo in Galilea ed altri ne seguiranno. Anche Gesù sa bene questo: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete” (Giovanni 4,48), ma il Signore non si stanca mai di presentarsi a noi come Signore della vita, Dio dei viventi, Dio dei padri, non Signore della morte…. “Va’, tuo figlio vive.” (Giovanni 4,50).
Oggi la Chiesa ambrosiana ricorda la Giornata della Vita: facciamoci portavoce del Dio della vita e affidiamo a Lui tutte le mamme in attesa magari nel dubbio se rifiutare una vita che portano già in grembo, preghiamo per le famiglie che aspettano la nascita di una nuova creatura; ringraziamo per la nostra vita ricevuta in dono, preghiamo per le vite in pericolo di morte, chiediamo protezione per le vite di persone in difficoltà.