05/07/2017 – 13ª Settimana del Tempo Ordinario

“In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di D-o? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?»” (Matteo 8,28-34).
La vicenda degli indemoniati, la loro liberazione dagli spiriti immondi trasferiti nella mandria di porci che muoiono annegati nel mare, lascia molto sconcertati. Forse possiamo capire la preoccupazione della gente di Gadarèni.
Ma che cosa significa questo racconto di Matteo? Questo fatto rientra nell’insegnamento di Gesù riguarda la sua missione e quella dei discepoli. La missione comporta rischi e perfino non essere accolti, essere rifiutati.
Riflettendo e riascoltando le parole dell’Evangelo capiamo che gli indemoniati riconoscono Gesù come Figlio di D-o, ma lo colgono come un tormento.
Questo fatto ci fa capire che quando Gesù varca la soglia delle tenebre, del buio che é il male, perfino lui trova opposizione ed é costretto a rinunciare. La conversione previene l’accoglienza e l’annuncio. Gesù l’unica cosa che fa é dire “andate” ai demoni ovvero uscite, liberate il potere delle tenebre.
Questo brano evangelico ci aiuta a cogliere che la resistenza del male al bene é dura, drammatica. Occorre la forza dello Spirito di D-o che liberi la nostra caduca esperienza umana. Nulla é scontato.

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