“Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.” (Giovanni 17,20-26).
Nella preghiera conclusiva che Gesù rivolge al Padre scopriamo anche una ulteriore e straordinaria invocazione.
Gesù prega il Padre per quelli che crederanno mediante la Parola, cioè noi! Non si è limitato a tener conto di quelli che provenivano dalla fede ebraica e che lo avevano seguito, ma anche di tutti coloro che hanno creduto dopo la sua resurrezione.
Quindi anche per noi, lontani dal suo tempo, siamo chiamati a riconoscere la presenza di D-o nella nostra vita quotidiana.
Da questo capiamo che il Padre è nostro e ama la nostra vita. Vuole che siamo uniti in Lui, attraverso la presenza invisibile di Gesù e dello Spirito Santo.
La nostra fede ci chiede di riconoscere la presenza di D-o in noi, sapendo che D-o é in noi e con noi.
Con queste parole Gesù invoca il Padre: “E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”.
Quante volte l’amore si riconosce da un nome! A noi é chiesto di essere credenti nel nome del Signore, nel suo unico segno: l’amore che diventa dono in ogni persona che incontriamo.