07/09/2023 – S. Eugenia Picco

Luca 16, 16-18

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi. È più facile che passino il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge.

 

 

Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio».

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Nelle righe precedenti a questo brano, Gesù stigmatizza e mette in guardia dalla suprema tentazione: quella del possesso. Là parla di risorse; qui parla di affetti.

Nella cultura antica la donna era possesso dell’uomo ed era la cosa principale che si possedeva.
Ma proprio perché la donna era oggetto di un “possesso” , l’uomo poteva divorziare quando la donna non era più soddisfacente ai suoi gusti, per un motivo o per l’altro: perché “non mi apprezza abbastanza”, oppure perché aveva commesso qualche mancanza di rispetto grave, oppure perché aveva commesso adulterio……

Gesù, invece, vuol dare al rapporto uomo-donna il significato che era all’origine nella mente di Dio: “Dio creò l’uomo a Sua immagine e somiglianza, maschio e femmina li creò” (Gen. 1, 27). La relazione riuscita tra uomo e donna è l’accettazione dell’alterità, della differenza.
Non è più un “possesso”, neppure reciproco.

Il matrimonio è il grande segno della presenza di Dio nel mondo, ovvero l’accettazione dell’altro come “altro”. L’alterità diventa il luogo dove esprimere accoglienza, amore, dono, fecondità, e, tante volte, perdono. Diventa il luogo di un cammino infinito in questa direzione: quella della fedeltà e dell’amicizia.

Preghiera

Ecco quanto è buono e quanto è soave
che i fratelli vivano insieme!
È come olio profumato sul capo,
che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste.
È come rugiada dell’Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre.

dal Salmo 133 (132)

Immagine: William Dyce, “Giacobbe incontra Rachele al pozzo”, Royal Academy, Londra, ca. 1850

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