08/01/2018 – Lunedì Settimana della 1ª Domenica dopo l’Epifania

“Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. / Come sta scritto nel profeta Isaia: / «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: / egli preparerà la tua via. / Voce di uno che grida nel deserto: / Preparate la via del Signore, / raddrizzate i suoi sentieri», / vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».” (Marco 1, 1-8)

Abbiamo appena finito il tempo del Natale e questo brano ci riporta all’Avvento, all’attesa, ricordandoci che il Vangelo è sempre e misteriosamente la buona notizia che ci permette di ricominciare sempre, in qualunque condizione ci troviamo a vivere. Questo è il significato della parola “Inizio”, intesa come “In principio” che richiama a una nuova creazione, perché così è la Buona Notizia che non mostra più un Dio che giudica, che condanna, che è legge morale, ma che con l’Incarnazione è una persona: Gesù. Innanzitutto allora è una relazione dinamica con una persona viva: Gesù, che continuamente rimette in discussione il mio vivere e il mio rapportarmi col prossimo e con le cose, in un continuo confronto con il suo modo di intendere la vita , generando domande di senso che fanno crescere.
Questo è il senso del richiamo al profeta Isaia che preannunciava la venuta di Giovanni Battista come araldo, annunciatore, non in mezzo alle piazze, ma attirando nel deserto, condizione e luogo essenziale per guardare in se stessi e ripartire dai propri limiti per una conversione energica e radicale. La credibilità di Giovanni Battista stava nella essenzialità della sua vita e nella sua grande umiltà.
Solo riconoscendo Gesù come il Cristo, il consacrato, colui che libera l’uomo, facendo come Giovanni, un passo indietro, possiamo gustare la buona notizia del Vangelo, che cioè la morte è vinta definitivamente (niente più angoscia!) e che finalmente Dio non è più lontano e separato da noi ma è qui (niente più solitudine!).
Credo, oppure no?

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