08/03/2023 – Mercoledì della 2ª Settimana di Quaresima

Matteo 5, 38-48

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.

 

 

E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.

 

 

Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa
sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?

 

 

Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

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Mi ha sempre messo in crisi questa pagina di vangelo: amare il proprio nemico, porgere l’altra guancia. E ancora di più quella frase di Gesù che chiede l’impossibile: essere perfetti come il Padre. Ho dovuto riconoscere di comportarmi come i pubblicani o i pagani.
Però conosco casi in cui qualcuno ha messo in pratica le parole del Signore: penso al cammino di riconciliazione in Sudafrica, in Mozambico, tra esponenti delle Brigate rosse e i famigliari delle loro vittime, al perdono dato dalla moglie del commissario Calabresi, Gemma Capra.

In questi casi ci sono state persone che si sono rese mediatrici di pace, hanno proposto un cammino possibile alle parti opposte, un cammino che superasse un po’ per volta l’odio che il male compiuto ha generato.

Dobbiamo pregare il Signore perché sorgano queste persone. Ne abbiamo bisogno anche per questa guerra in Ucraina.

Nella nostra vita quotidiana, in famiglia, dobbiamo imparare ad agire per risolvere un attrito che si è creato, non per vincere sull’altro; imparare a compiere piccoli gesti (piccoli gesti!) che ci fanno camminare verso quella perfezione nell’amore che è del Padre.
Porgere l’altra guancia è una di quella frasi per cui i cristiani sono più presi in giro, ma compiere piccoli passi nella direzione della perfetta misericordia del Padre darà più amore alle nostre famiglie e renderà più umana questa società.

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