08/08/2017 – 18ª Settimana del Tempo Ordinario

“Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».” (Matteo 15,1-2.10-14).
I discepoli di Gesù, Pietro per primo, fanno fatica a capire chi é davvero il Maestro. Lo riconoscono Figlio di D-o ma non riescono a cogliere la profondità del suo messaggio. Preferiscono un Messia che si presenta con potere, piuttosto di un Messia debole e contestato. Sì, Gesù salva, aiuta a non temere le avversità, ma fa discorsi strani sul suo futuro.
L’Evangelo di oggi ci racconta della venuta di scribi e farisei da Gerusalemme. Contestano Gesù perché non rispetta la tradizione dei padri. L’Evangelo non riporta la risposta di Gesù che cita il profeta Isaia. Gli scribi e i farisei sono guide cieche. Guardano alle cose esteriori e non insegnano quello che conta: amare D-o con il cuore e con fedeltà profonda.
Colpisce questa affermazione: l’impurità non deriva da ciò che entra nella bocca dell’uomo ma ciò che esce dalla bocca dell’uomo.
Potremmo tradurre così: tutto ciò che entra nell’uomo é dono. Tutto ciò che esce dall’uomo non é detto che lo sia.
Gesù diventa quindi scandalo affermando questo. Gesù trae da questa situazione una affermazione molto dura verso i capi religiosi venuti da Gerusalemme: sono guide cieche gli scribi e farisei. E i ciechi che conducono ciechi cadono nel fosso.
Non lasciamoci imprigionare dalle nostre troppe sicurezze. Affidiamo al Signore. Questo ci dice Gesù. É Lui la pianta che non si sradica.

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