“Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». ” (Matteo 21,33-43).
La vigna é un luogo simbolo dell’insegnamento di Gesù. La parabola che ascoltiamo in questa domenica é la trasposizione concreta della storia del Figlio di D-o, del Messia atteso ma non compreso.
In questo Evangelo si parla del triste epilogo di Gesù ma si parla anche della classe religiosa al potere a Gerusalemme: i sacerdoti, gli scribi e i farisei.
Sembra quasi di assistere ad un contro campo tra la volontà di Gesù di spiegare il senso e il perché del fatto che ai pubblicani, alle prostitute e ai poveri sarà dato il regno di D-o mentre sarà tolto alle autorità religiose di Gerusalemme.
Tutto ruota intorno al potere e al possedere la vigna. I contadini nella parabola non solo si trattengono i frutti della vigna, ma addirittura non contenti arrivano ad uccidere il figlio del padrone pensando, non si sa per quale diritto, di diventare eredi della vigna. Una aberrazione giuridica é questa!
La sintesi pratica di questo insegnamento di Gesù nel Tempio di Gerusalemme é che il potere e il possesso rendono arida la vita, la fanno diventare un deserto senza oasi.
É per questo che Gesù ci invita ad essere umili, spogliati delle nostre piccole e grandi certezze, soprattutto quando ci sembra che tutto sia a nostro favore.
La vigna va coltivata e i frutti vanno donati al Signore.