11/01/2019 – Venerdì dopo l’Epifania

Luca 14,1.15-24

“Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio”… beato, cioè felice, chi potrà partecipare al banchetto eterno, perché è ciò che tutti desideriamo. Godere della stessa vita di Dio, respirare l’eternità …
Ma abbiamo in noi, al di là del nostro desiderio pur vivo e vero, la volontà di partecipare davvero a questo banchetto?
“Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti”.
Dio ci ha fatto e ci fa continuamente molti inviti e ci suggerisce di non indugiare né temporeggiare: “Venite. E’ pronto” suggerisce il testo.
Non ultimo l’invito del Natale: Dio fattosi umile bambino per venire incontro alla nostra miseria.
Dio eucaristia, pane spezzato, banchetto condiviso sulla mensa eucaristica tutte le volte che lo desideriamo.
Ma anche Dio che si lascia adorare nell’ostia o che si lascia intravedere nel fratello che ci è accanto.

Qual è la mia risposta a questo invito?

“Ho comprato un campo e devo andare a vederlo … Mi sono appena sposato e perciò non posso venire.”
Quanto crediamo davvero alle giustificazioni che accampiamo per non ammettere la pochezza della nostra volontà, del nostro impegno, nonostante sapremmo che ne vale la pena, nonostante sapremmo che è un incontro che quotidianamente può cambiare la nostra vita …

E rendere la vita una festa. Papa Francesco dice in merito a questo Vangelo che “l’esistenza cristiana è un invito gratuito alla festa; un invito che non si può comprare, perché viene da Dio, e al quale bisogna rispondere con la partecipazione e con la condivisione.
Dunque non solo siamo chiamati a rispondere, ma rispondere con tutta la nostra esistenza e, una volta accettato l’invito, non dobbiamo dimenticare che a quel banchetto vengono invitati ciechi, storpi, sordi e che c’è ancora posto.
Chiediamo allora al Signore la grazia per riconoscere l’invito e l’aiuto del suo Spirito per accettarlo, perché nulla ci è possibile con le sole nostre forze.

Dal Salmo 110

Le opere del Signore sono splendore di bellezza, 
la sua giustizia dura per sempre. 
Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi: 
pietà e tenerezza è il Signore.

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