“Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.” (Matteo 17,10-13).
Il cammino di Avvento ci prepara ad accogliere la venuta del Signore Gesù nella nostra storia umana. Si può
e si deve accogliere ma prima di tutto bisogna riconoscere.
Riconoscere è la parola chiave dell’Evangelo di oggi e anche la prima azione di chi si mette alla sequela del Signore. Ci vengono in mente le parole di Pietro: “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. (Giovanni 6,68).
I discepoli chiedono a Gesù i motivi per cui viene richiamato dagli scribi il ritorno di Elia. Gesù ricorda che Elia non è stato riconosciuto e non stato nemmeno trattato bene. Così come succederà a Gesù.
Il messaggio quindi è chiaro per noi oggi. Riconoscere è un atto di fede.