“Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte». (Giovanni 13,21-33.36-38).
Siamo nel contesto di una cena tra i discepoli e Gesù prima della festa di Pasqua. É la cena dei bocconi amari. Prima della cena Giuda sta tramando con i capi la consegna di Gesù per farlo condannare. Poi Simon Pietro che vuole seguire Gesù ma in verità non ha capito che seguire Gesù vuol dire andare incontro alla morte.
Che cosa significa “dare la vita” per qualcuno? Siamo capaci di donare la vita senza pretendere nulla in contraccambio?
Seguire Gesù significa accettare fino in fondo di vivere la logica del dono gratuito. E dono gratuito significa cogliere l’essenza della nostra umanità, ovvero essere uomini e donne in relazione solidale con chi ci sta attorno, non solo rispettando, non solo tollerando, ma amando anche quelli che ci stanno sulle scatole. Bisogna sempre cercare il lato buono delle persone. E a volte non é cosa facile soprattutto con chi é arrabbiato con il mondo.
In fondo l’Evangelo di oggi ci chiede di combattere un’altro duello: tra il donare amore gratuito e tradire questo amore.
Chiediamoci in questa settimana santa se siamo capaci di mantenere fedeltà all’amore gratuito, senza pretese e senza contraccambio. Sappiamo che non é facile. Gesù ci ha chiesto di non tradirlo, almeno!