“In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «D-o ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. D-o, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (Giovanni 3,16-18).
Il mistero della presenza di D-o nella nostra vita umana é il mistero di essere in relazione con il Signore, tra di noi, con la Creazione.
Il Padre, D-o Creatore, si é donato, sin dai tempi antichi, nel segno dell’amore, creando la vita umana, donando il Figlio, l’unigenito e soffiando lo Spirito Santo Consolatore. Questa é la sintesi dell’unicità di D-o nella relazione tra tre persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Di questa novità Gesù parla a Nicodèmo, pio ebreo credente e in ricerca. Gesù spiega che é l’amore che lega D-o ad ogni uomo. Il Figlio é strumento di questa unità con lo Spirito affinché possiamo vivere la dimensione di eternità.
La particolarità che Gesù fa presente a Nicodèmo e indirettamente a noi, é che il Padre ha donato il Figlio non per condannare il mondo ma per salvarlo.
Come credenti dovremmo essere capaci di vivere la presenza di D-o come dimensione di riscatto dalla nostra caducità, dai nostri limiti.
E come capire tutto questo? Come capire l’amore di D-o?
É Paolo ai Corinzi che ce lo spiega (2ªCorinzi 13,11-13): “siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il D-o dell’amore e della pace sarà con voi.”