13/03/2023 – Lunedì della 3ª Settimana di Quaresima

Mt 6, 7-15 

Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.

 

 

Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.

 

 

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

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Certamente il cuore e il culmine di questo Vangelo è l’insegnamento del Padre Nostro: Gesù stesso che ci suggerisce quali parole ricordare e pregare. Parole che non hanno perso valore e significato in migliaia di anni. Pregate e pronunciate un numero di volte che non basta neppure il firmamento per tenerne conto.

Eppure oggi mi risuona “non sprecate parole”. Quanto è attuale questa esortazione in un mondo dove si possono gettare a vanvera parole ovunque: parole dappertutto, anche dentro ai cioccolatini. Parole che avranno delle conseguenze, di cui spesso nemmeno ci curiamo. 

Messaggi, chat, mail, striscioni di proteste, murales per le strade, cartelloni pubblicitari, post it, lettere di commiato pubblicate sui social, ovunque ci sono parole. Uno dei mestieri più in voga è lo storyteller che attraverso un uso appropriato delle parole descrive il significato più profondo del messaggio (normalmente commerciale) che il soggetto richiedente commissiona. 

Gesù ci dice: non sprecate parole. La parola è il dono più grande che abbiamo ereditato. E’ la nostra possibilità di entrare in relazione, di costruire ponti tra le persone. E’ la forma più elevata di interconnessione sociale, forse.

E allora vorrei accogliere l’esortazione di Gesù, con Lui e con ogni altro individuo al mondo: non sprecare parole. Pensa, custodisci, prenditi il tempo, elabora le parole prima di sputarle fuori a raffica contro Dio e contro il mondo. 

Pensa all’effetto che questa avrà, non mettere al centro il dialogo in corso (fosse anche la preghiera), ma metti al centro l’altro e l’Altro. Metti al centro ciò che davvero conta. Ricordati che lo scopo del dialogo (fosse anche, ancora la preghiera) è trovare il modo di amare di più

 

Qual è il mio modo di pregare? Cosa metto al centro? Riesco ad essere essenziale?

Penso alle parole e ai messaggi, a tutti gli stimoli che ricevo durante la giornata. Sono capace di filtrarli e di lasciare passare solo quelli importanti?

Misuro le mie parole? Sono capace di rendermi conto del messaggio che può ricevere chi ho davanti? 

Padre Nostro Gen Verde

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